Tredici pittori più sette scultori espongono in questi giorni alla Galleria d’arte “San Carlo” in occasione della presentazione del volume di Ciro Ruju «La nuova figurazione e sue realtà». L’impostazione della mostra riflette in qualche misura una interpretazione larga del termine «nuova figurazione» (la stessa che Ruju propone nella sua raccolta di saggi), nel senso che in questa tendenza vengone comprese le declinazioni neofigurative di ascendenza grosso modo surrealista insieme a quelle che si ispirano più direttamente al mondo delle immagini della odierna cultura di massa. Per la verità l’impianto compositivo della maggior parte degli artisti (anche di quelli che tendono ad una resa più oggettiva delle immagini) risente di moduli di derivazione surrealista sia nell’implanto spaziale che nello spizzamento operato nei confronti dell’immagine. l risultatl di conseguenza si dislocano lungo una linea che muove da un puro riporto figurativo (Parisi) per giungere alla frammentazione delle immagini compiuta da Drago nel suo complesso e convincente «In ricerca di Napoleone».
Nell’insieme però si può parlare di una mostra di notevole interesse sopratutto se si tiene conto che essa viene posta in un ambiente come il nostro in cui le nuove tendenze artistiche trovano ancora parecchi ostacoli e difficoltà presso il pubblico vasto dei collezionisti e degli amatori. Del resto sono presenti in questa esposizione artisti come Biasi, che ha un’opera ricca di inquietudine e di veleni corrosivi, di Fergola con una delle sue figure enigmatiche, Trubbiani con una delle sue sculture di qualche anno addietro forse più incisive e di una più mordente agressività rispetto alle opere più recenti. De Stefano (il fondo unito e freddo del suo quadro giova alla evidenza cruda delle immagini).
De Franco presenta una grossa macchina scenica in «Omaggio a Michelangelo» montata con notevole sapienza compositiva e con una impaginazione complessa che dimostrano un approfondimento da parte delI’artista dei propri temi e delle proprie possibilità linguistiche; Donzelli ha una delle sue opere più complete con «Ragazza op» in quanto è riuscito a semplificare il racconto e a bloccarlo in una definizione più controllata; Antonio Borrelli è presente con una delle sue strutture in metallo che rivelano una sensibilità attenta e una rimarchevole intelligenza critica; Rubino offre uno dei suoi montaggi pittorico-fotografici, ai quali gioverebbe forse una maggiore articolazione interna. Completano la rassegna gli scultori Cotugno, De Vincenzo, Jandolo, Pirozzi e Servino oltre che i pittori Margonari, Notari, N. Ruju e Starita.
Filiberto Menna